La pneumologia si occupa della diagnosi e della terapia delle malattie dell’apparato respiratorio, inteso nella sua totalità: studia quindi la patologia di laringe, trachea, bronchi, polmoni, gabbia toracica e diaframma, pur rimanendo polmoni e bronchi gli oggetti principali dell’indagine pneumologica.
La visita pneumologica inizia dal colloquio con il paziente, finalizzato alla ricostruzione della sua storia clinica, dei sintomi e segni clinici da lui avvertiti (anamnesi personale), e delle informazioni relative alle patologie eventualmente presenti tra i suoi famigliari (anamnesi famigliare). Di particolare rilevanza è l’indagine dei fattori di rischio che possono causare patologie a carico dell’albero respiratorio: in primis l’abitudine al fumo di sigaretta (attivo o passivo), ma anche eventuali esposizioni in ambito lavorativo (gas o polveri sottili, coloranti, pesticidi, agenti inalatori di varia natura) o domestico, patologie autoimmuni concomitanti o familiari (ad esempio, la rinite allergica spesso anticipa la comparsa di asma allergico), patologie cardiovascolari. Quindi lo specialista pneumologo procede alla “visita” del paziente (l’esame obiettivo), partendo dalla valutazione delle condizioni generali del paziente, e quindi soffermandosi con particolare attenzione sullo stato locale del torace, con i 4 momenti dell’esame dello stato locale: ispezione, palpazione, percussione ed auscultazione. Formulato il sospetto diagnostico, il passo successivo è rappresentato dalla prescrizione degli specifici esami di laboratorio e dall’esecuzione degli esami strumentali, sia di diagnostica per immagini (RX o TAC del torace), sia funzionali (spirometria).
A parte quella neoplastica, le principali patologie di polmoni e bronchi sono di tipo infiammatorio: laringiti, bronchiti, polmoniti, broncopolmoniti. Tali patologie possono manifestarsi acutamente, ma spesso tendono a cronicizzare, cioè a perdurare nel tempo, per mesi o addirittura per anni (broncopneumopatia cronica ostruttiva – BPCO). In quest’ ultimo caso, insieme alle modificazioni connesse con l’età e all’esposizione ad agenti ambientali, le malattie dell’apparato respiratorio possono determinare alterazioni anatomiche irreversibili, con la comparsa di quadri di insufficienza respiratoria (oggi sempre più numerosi in rapporto all’allungamento della vita media), che compromettono in maniera significativa la qualità di vita del paziente. Compito dello pneumologo è per l’appunto quello di curare le patologie intercorrenti e prevenire l’insorgenza dell’insufficienza respiratoria o, quanto meno, fermarne o rallentarne il decorso.
Altra patologia di interesse pneumologico è l’asma allergico, una malattia cronica a carico dell’albero bronchiale, causata da una condizione di infiammazione cronica, su base autoimmune (con accumulo locale di cellule del sistema immunitario, quali eosinofili e mastociti), che provoca difficoltà respiratoria di grado variabile, tosse, respiro fischiante o sibilante, senso di oppressione al torace, e che se non trattata adeguatamente può provocare delle vere e proprie emergenze mediche (crisi asmatica). L’asma è particolarmente diffusa tra la popolazione, dato che colpisce in media circa il 5% degli Italiani e quasi il 10% dei bambini in età pre-scolare e scolare.
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